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Servizi di A.D.R. – Mediazione e Conciliazione

SEDE A.N.P.A.R. A ROMA

Da novembre 2022, è stata aperta la nuova sede operativa nazionale, autorizzata dall’Organismo Internazionale di Conciliazione & Arbitrato dell’A.N.P.A.R., presso lo Studio Tributario Arcese – Donini, dove si offre l’assistenza, sia a favore di privati che imprese, per l’espletamento dei tentativi di conciliazione attraverso l’utilizzo di strumenti alternativi – alla “via” giudiziale – per risolvere una controversia (A.D.R.), laddove particolare rilievo assume l’istituto della Mediazione Civile e Commerciale.

Il responsabile della sede, competente per la circoscrizione giurisdizionale territoriale del Tribunale di Roma, è il dott. Gianluca Arcese, mediatore civile e commerciale professionale, regolarmente iscritto al relativo Registro tenuto presso il Ministero della Giustizia.

La mediazione civile e commerciale

Mediazione e conciliazione sono due termini strettamente connessi tra di loro anche se vengono utilizzati con un significato diverso, in quanto la normativa attuale definisce la mediazione come la procedura finalizzata alla conciliazione.

La Mediazione civile e commerciale è da intendersi come l’attività, comunque denominata, svolta da un terzo imparziale (il mediatore) e finalizzata ad assistere due o più soggetti nella ricerca di un accordo amichevole per la composizione di una controversia, anche con formulazione di una proposta per la risoluzione della stessa.

La procedura di mediazione civile è obbligatoria, ex lege e deve, quindi, essere esperita, a pena di improcedibilità, nei seguenti casi

Diritti reali

quindi tutto ciò che riguarda il diritto di proprietà, di usufrutto, di enfiteusi, di superficie, di uso e abitazione e le servitù prediali.

Divisioni

 in quest’ambito, ad eccezione delle separazioni matrimoniali, rientrano ogni tipo di contestazione che abbia per oggetto un valore al fine di completare una separazione. Si pensi ad un litigio tra soci sul valore delle quote o azioni nell’ambito di una divisione societaria.

Consulenza e servizi alle imprese

Successioni ereditarie: immaginate tutti coloro che si sentono lesi da un’assegnazione ereditaria carente di quella parte donata in vita o fittiziamente venduta prima della morte ad una sola parte degli aventi diritto all’eredità. O ancora i frequenti casi di quote societarie assegnate in vita solo ad alcuni membri della famiglia.

Patti di famiglia

nati recentemente per consentire una pacifica divisione ereditaria post mortem, in realtà possono creare problematiche inerenti la loro corretta applicazione.

Locazioni

quindi tutto quanto riguardi la corretta applicazione dei contratti di affitto immobiliare e mobiliare.

Comodato

 cioè tutto ciò che viene concesso in modo gratuito sia a livello mobiliare che immobiliare.

Affitto di aziende

 in pratica il contratto che permette di concedere in locazione la propria azienda a terzi.

Controversie in materia di condominio

Su questo argomento Sono migliaia le discussioni tra condomini che finiscono in tribunale.

Contratti assicurativi, bancari e finanziari.

Si pensi agli innumerevoli casi di anatocismo/usura bancaria oppure alle problematiche relative all’applicazione dei contratti di intestate swap o piu’ semplicemente alla richiesta di rientro dai fidi senza congruo avviso da parte degli Istituti.

Altri tipi di controversie

Alle categorie già previste, a chiusura della Riforma Cartabia, con la il d.m.150/2023 si aggiungono le controversie in materia di contratti di:

  • associazione in partecipazione (artt. 2549 ss. cc);

  • consorzio (artt. 2602 ss. cc);

  • franchising (l. n. 129/2004);

  • opera (artt. 2222 ss. cc), ivi incluse l’opera intellettuale (artt. 2229 ss. cc) e dunque anche le controversie tra liberi professionisti e clienti, non invece (purtroppo) l’appalto (privato) d’opera;

  • rete, che è il contratto con cui due o più imprese si obbligano a esercitare in comune una o più attività economiche rientranti nei rispettivi oggetti sociali, allo scopo di accrescere la reciproca capacità innovativa e la competitività sul mercato (art. 3, comma 4-ter, dl n. 5/2009, conv. nella l. n. 33/2009);

  • somministrazione (artt. 1559 ss. cc);

  • società di persone, id est società semplice (ss) per attività non commerciali, società in nome collettivo (snc) e società in accomandita semplice (sas), non invece le srl, neppure semplificate (srls), sebbene presentino spesso strutture societarie ridotte o assai ristrette compagini familiari;

  • subfornitura (l. n. 192/1998), ivi incluso l’abuso di dipendenza economica di cui all’art. 9 l. n. 192/1998, che pure è fattispecie “transtipica” e non stricto sensu contrattuale.

A.D.R. Alternative Dispute Resolution

L’acronimo A.D.R. sta per Alternative Dispute Resolution e con tale termine vengono tradizionalmente indicati gli strumenti di risoluzione extragiudiziale delle controversie alternative alla giustizia ordinaria, ovvero principalmente ai fini dell’arbitrato, la mediazione la conciliazione. Permette di evitare il ricorso alla giustizia ordinaria permettendo tempi più rapidi nella soluzione delle dispute con costi bassissimi o nulli. In ambito europeo la Commissione ha emanato nel recente passato due raccomandazioni, racc. 98/257/CE e racc. 2001/310/CE, che pur con modalità differenti hanno lo stesso fine: assicurare la composizione di una controversia. Successivamente poi con la Legge 580/1993 è stato istituito un vero e proprio organo di conciliazione.

La nostra società considera il conflitto (e le situazioni di conflitto) come un evento patologico, un problema da risolvere in via esclusivamente tecnica da parte di soggetti professionalmente addestrati a farlo nell’ambito di una struttura anch’essa formalizzata: il processo-giudizio. Le società moderne sono, come dice il prof. Giovanni Cosi, affette da una “diffusa mancanza di fantasia”.

Questa mancanza di fantasia porta a ritenere che l’unica via al patologico sia affidare a un giudice la decisione sulla controversia. Un primo passo per avvicinarci ai metodi A.D.R. è proprio quello di pensare al conflitto come a un fenomeno fisiologico nell’ambito dei contatti umani. Il conflitto viene a colorarsi allora di una luce nuova, non è più un problema, ma un’occasione di confronto. Certamente anche di contrasto, ma non di dissidio insanabile. Non più quindi un muro contro muro, ma una finestra che si apre verso un panorama nuovo e sconosciuto.

01

La conciliazione, la mediazione e l’arbitrato fanno parte di quell’insieme di metodi alternativi (e amichevoli) di risoluzione delle controversie (acronimo italiano RAC – inglese A.D.R. Alternative Dispute Resolution) che, con un ritardo di decenni rispetto ai Paesi di common law, si stanno affermando nell’ordinamento italiano. La loro diffusione moderna si riscontra infatti negli Stati Uniti nei primi anni ’70, ma si deve sottolineare come erano già conosciuti anche nel diritto romano. Potenzialmente gli ambiti di applicazione sono molto vasti.

Come più volte rilevato anche dalla Commissione Europea, già da tempo la crisi della giustizia in Italia ha evidenziato la necessità di istituire metodi alternativi di risoluzione delle controversie quale possibile mezzo per alleggerire il carico di lavoro delle aule giudiziarie. La stessa necessità è stata messa in evidenza negli altri Stati membri dell’Unione Europea. Ricerche e studi dell’ICE, dell’Unioncamere e di alcune camere di commercio, in particolare, hanno dimostrato come il mondo imprenditoriale abbia bisogno di strumenti efficienti per risolvere problemi controversi senza adire le vie legali (con conseguente perdita di tempo, di denaro e danneggiamento delle relazioni commerciali).

02

Uno dei motivi dello sviluppo dell’A.D.R. è di ordine pratico e congiunturale: i metodi di A.D.R. forniscono una risposta alle difficoltà di accesso alla giustizia, che molti paesi devono affrontare. Queste difficoltà si spiegano con il fatto che le controversie sottoposte agli organi giurisdizionali si moltiplicano, le procedure tendono ad allungarsi e i costi sopportati in occasione di tali procedimenti aumentano. La quantità, la complessità e la natura tecnica dei testi legislativi contribuiscono d’altra parte a rendere più difficile l’accesso alla giustizia.

L’accesso alla giustizia per tutti è un diritto fondamentale consacrato dall’articolo 6 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali. Il diritto a un ricorso effettivo è stato elevato dalla Corte di Giustizia al rango di principio generale del diritto comunitario, ed è stato peraltro sancito dall’articolo 47 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea

03

È opportuno mettere particolarmente in risalto il ruolo dell’A.D.R. come strumento al servizio della pace sociale. In effetti, nelle forme di A.D.R. in cui i terzi non prendono alcuna decisione (ad esempio la conciliazione), le parti non si affrontano più, ma al contrario s’impegnano in un processo di riavvicinamento, e scelgono esse stesse il metodo di risoluzione del contenzioso svolgendo un ruolo più attivo in tale processo per tentare di trovare da sole la soluzione che conviene loro di più. Questo approccio consensuale aumenta le possibilità per le parti di mantenere, una volta risolta la lite, le loro relazioni di natura commerciale o di altra natura.

L’esigenza di sviluppare strategie e strumenti alternativi all’uso della violenza nella gestione dei conflitti, sia a livello di comunità che a livello internazionale, è sempre più avvertita nel nostro continente. Il modo in cui le società affrontano i conflitti è determinante per la realizzazione di un sistema mondiale equilibrato, ma queste scelte sono strettamente collegate al modo in cui vengono gestiti conflitti personali e sociali all’interno delle varie regioni, che sono a loro volta determinanti per la realizzazione della giustizia e della democrazia.

Risolvere le controversie negoziando con la controparte è certamente preferibile, per risparmiare tempo e denaro e ristabilire relazioni compromesse. Per negoziare efficacemente, o si dispone di risorse adatte, potenziate con approfondimenti teorici e pratici, o si chiede l’intervento di terzi neutrali ed imparziali, competenti nella facilitazione di negoziazioni altrui: i consulenti esperti nelle tecniche di A.D.R..

I paesi anglosassoni hanno sviluppato da decenni tale tipo di approccio alla soluzione delle controversie, che registra tassi di successo elevatissimi: fonti inglesi (A.D.R. Group, Centre for Dispute Resolution) parlano dell’80-90% di soluzioni raggiunte in tempi brevissimi, da uno a due mesi al massimo, con tassi altrettanto elevati di rispetto degli accordi, perché fondati sulla convenienza reciproca delle parti. Anche in caso di mancato accordo, l’aver partecipato a un tentativo di risoluzione alternativa porta ad una conoscenza tale della propria controversia, da risultare fondamentale in caso di successivo giudizio.

Riuscire a gestire un conflitto tramite la mediazione/conciliazione (A.D.R.) significa svolgere un lavoro anche culturale, in cui il conflitto viene valorizzato come risorsa e non più visto solo con un’accezione negativa. La conciliazione diffonde quindi, in un certo senso, anche una cultura basata sul rispetto delle persone, valorizzando positivamente e creativamente la differenza e utilizzando il conflitto come punto di cambiamento, individuale e relazionale, favorendo la formazione di una nuova immagine di sé e di chi ci circonda.

Per attivare la procedura o semplicemente per avere maggiori informazioni contattare l’Organismo Internazionale di Conciliazione & Arbitrato dell’A.N.P.A.R.

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